Cessa la poesia degli Apologhi, riprende la musica antica del Ritorno e della Vendetta, il cui preludio era nella Telemachia. Il cerchio si chiude intorno ai proci, che tra poco pagheranno con il sangue la loro protervia. Deposto nel sonno sulla riva, Odìsseo non riconosce l’isola: tutto è avvolto in una nebbia sottile, e tutto a poco a poco si svela come per lampi intermittenti di luce. Telemaco riconosce il padre, Euriclea ritrova nel mendico il fanciullo del tempo felice, Penelope cede finalmente alla prova del letto nuziale, e riabbraccia dopo vent’anni lo sposo intrepido: i proci riconoscono il vendicatore solo un attimo prima della morte. L’azione lenta e inarrestabile si svolge tra due poli inauditi, la capanna di un guardiano di porci e il palazzo reale, dove Odìsseo è venuto a riprendersi la donna, il figlio, la ricchezza e il potere. Ai paesaggi marini dell’avventura e delle tempeste succedono gli angoli silenti di una piccola isola ionia, con i suoi porti, le rocce, le grotte, i sentieri sassosi che portano alla reggia, teatro del dramma. Guidato da Atena, “dea dell’intelligenza e della forza”, cioè guidato dall’ispirazione interiore, Odìsseo riconquista i valori positivi creati dal l’Iliade – in primo luogo la libertà del volere di fronte al destino – e fa di se stesso un nuovo tipo di uomo, artefice e modello di modernità. Intorno a lui, a Itaca, come nel vasto mondo del Mediterraneo arcaico, uomini e donne, umili e potenti, sono ritratti nella ricerca inesausta della felicità e della giustizia, nonostante le delusioni e le difficoltà della vita. Lirica, tragedia e commedia, il futuro del romanzo occidentale, sono qui come in germe, in attesa del loro tempo.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
907 -
Argomento
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Collana
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Serie
Sull'autore
Mario Zambarbieri
Dello stesso Autore: Rapporto su Omero, «Annuario del Liceo Classico Statale Carducci di Milano», 1985; L’Iliade com’è. Lettura Problemi Poesia, 2 volumi, Milano, Cisalpino, 1988-1990; Omero nella cultura di Cicerone, «Pai deia», LVI (2001).