Il rapporto Spinoza-Machiavelli viene analizzato in quest’opera alla luce della categoria di incontro. Questa dice della contingenza di un accadere, di una congiunzione che si è compiuta senza che questo compimento possa essere letto come il risultato di una teleologia o il segno di un destino. Parlare di incontro Spinoza-Machiavelli significa porre la questione al di fuori di qualsiasi genealogia ideale di tradizioni filosofico-politiche canonizzate (si tratti del materialismo, del repubblicanesimo o della ragion di Stato) per concentrare l’attenzione sulla materialità delle tracce cui esso ha dato luogo: dall’analisi della biblioteca spinoziana attraverso i grandi testi politici sino alla costruzione metafisica, l’incontro può essere ripercorso nei sui effetti plurali che aprono ad un prospettiva di lettura della filosofia di Spinoza irriducibile ai due grandi sviluppi dello spinozismo nella modernità, la filosofia della storia ed il nichilismo. Non causa o fine, ma incontro tra altri: Machiavelli non è letto come deus absconditus del pensiero spinoziano, ma come luogo strategico all’interno di un dispositivo teorico la cui complessità e radicalità non ha cessato di affascinare la tradizione filosofica.
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Testo originale
Sì -
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Italiano -
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Sull'autore
Vittorio Morfino
Vittorio Morfino (Milano, 1966) è docente a contratto di Storia della filosofia presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. È autore di Substantia sive Organismus (1997) e di Sulla violenza. Una lettura di Hegel (2000), oltre che di alcuni saggi pubblicati su riviste italiane e straniere; ha curato l’edizione italiana delle glosse di Leibniz a Spinoza (1994) ed un’antologia della Spinoza-Renaissance (1998). È redattore della rivista «Oltrecorrente».